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Approccio Dietetico all’obesità e sovrappeso per bambini e adolescenti

2023-01-28 22:19

Jacopo Evangelisti

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Approccio Dietetico all’obesità e sovrappeso per bambini e adolescenti

L'obesità deriva da un squilibrio energetico, in un bambino con uno o più fattori di rischio (sociali, economici, ambientali, genetici, biologici)...

 

 

 

Approccio dietetico all’obesità e sovrappeso per bambini e adolescenti

 

 

 

Il seguente è un riassunto dell'articolo "Dietary approach" dell'Obesity Ebook dell'ECOG (European Childhood Obesity Group).

Principi generali dell’approccio dietetico

 

L'obesità deriva da un squilibrio energetico, in un bambino con uno o più fattori di rischio (sociali, economici, ambientali, genetici, biologici).

 

L'approccio terapeutico dovrebbe mirare ad aiutare il bambino o l’adolescente e la sua famiglia a correggere progressivamente lo squilibrio tra l'assunzione (cibo) e il dispendio energetico (stile di vita sedentario, attività fisica...), tenendo conto del contesto psicologico e sociale.

 

Le linee guida europee e internazionali concordano nel raccomandare i seguenti punti:

 

  • un approccio comportamentale personalizzato mirato a ridurre l'assunzione di energia totale
  • promuovere una dieta equilibrata e varia, con particolare enfasi sulla prima colazione e su frutta e verdura, limitando gli alimenti ipercalorici e le bevande zuccherate
  • consigli adatti all'età del bambino e coinvolgimento della famiglia
  • sono controindicate diete a basso contenuto calorico

 

Le attuali conoscenze riguardo il comportamento alimentare incoraggiano anche:

 

  • a fornire supporto ai genitori e rafforzare il loro ruolo come educatori: evitare di usare il cibo come ricompensa, imparare a dire "no" e adottare uno stile educativo appropriato (non troppo permissivo, non troppo autoritario, non negligente).
  • assicurare che il comportamento dei genitori e del resto della famiglia (nonni, fratelli e sorelle) e di qualsiasi altra persona responsabile del bambino sia coerente con gli obiettivi di gestione (prodotti acquistati, alimenti presenti nelle dispense e nel frigorifero, quantità preparate, ecc.).
  • proteggere il bambino da qualsiasi forma di stigmatizzazione. Il bambino non dovrebbe trovarsi isolato (menu diverso, obbligato a mangiare più frutta e verdura degli altri, ecc.).

 

L'obiettivo del percorso dietetico è quindi ottenere un cambiamento duraturo nelle abitudini alimentari del bambino e della sua famiglia, con l'obiettivo generale di ridurre l'apporto energetico.

Definire gli obiettivi

 

Il trattamento dell’obesità è un processo progressivo, che consente alle famiglie di trovare soluzioni e raggiungere gli obiettivi concordati con il professionista sanitario (pediatra/dietista/infermiere).

 

A seconda della situazione, gli obiettivi potrebbero riguardare:

 

  • La scelta degli alimenti: qualità, quantità.
  • Le percezioni relative al cibo: fame, sazietà, desiderio, piacere.
  • L'assunzione di cibo: frequenza e distribuzione nel corso della giornata, numero, durata, contesto.

Coinvolgere il bambino e la sua famiglia

 

È importante che i genitori o gli adulti responsabili del bambino vengano coinvolti, affinché il bambino non venga messo nella condizione di non riuscire a raggiungere gli obiettivi prefissati.

 

Infatti nella maggior parte dei casi il bambino o l’adolescente non si occupa della spesa, della scelta degli alimenti o dei piatti che vengono proposti a tavola, sono gli adulti ad avere la responsabilità dell’organizzazione dei pasti.

Le indicazioni dietetiche devono essere indirizzate principalmente ai genitori ed a seconda dell’età, anche al bambino/adolescente, proponendo obiettivi ad entrambi.

 

Ad esempio al bambino si può chiedere di ridurre la quantità di un determinato alimento, mentre alla famiglia di evitare l’acquisto di alcuni alimenti o di ridurne la quantità disponibile in dispensa.

 

Per bambini al di sotto dei 5 anni le indicazioni sono prevalentemente a scopo preventivo, quando ad alto rischio di sviluppare obesità.


Non è necessaria la riduzione di nessun nutriente e alimento in particolare, come carboidrati o grassi, ma viene consigliato di proporre (o tornare in caso siano più elevate) a porzione adeguate all’età.

La scelta degli alimenti

 

Avere una dieta equilibrata implica mangiare una vasta varietà di alimenti diversi, adattando le quantità all’età della persona. In altre parole, si può mangiare di tutto in quantità moderate.

 

Tutti gli alimenti posso rientrare in una dieta equilibrata.

 

In Italia le linee guida per l’alimentazione più recenti (2018), hanno individuato i seguenti punti principali per migliorare le abitudini alimentari:

 

  • Controlla il peso e mantieniti sempre attivo
  • Più frutta e verdura: almeno 5 porzioni al giorno
  • Più cereali integrali: alimenti a base di cereali in ogni pasto
  • Più legumi: 2-4 porzioni a settimana, e volendo anche di più
  • Acqua in abbondanza
  • Grassi: scegli quali e limita le quantità
  • Zuccheri, dolci e bevande zuccherate: meno è meglio
  • Sale: meno è meglio

 

Indicazioni bonus:

 

  • Latte e yogurt: 1-3 porzioni al giorno
  • Carne, pesce, uova e formaggi: 1-2 porzioni al giorno, alternati durante la settimana

 

La maggior parte dei giovani conosce queste raccomandazioni. Tuttavia, essere consapevoli di cosa comprende una dieta equilibrata non equivale sempre all'applicazione di questa conoscenza nella pratica.

 

In un numero sempre maggiore di famiglie, gli aspetti economici e finanziari devono essere presi in considerazione. Infatti, la priorità per molte famiglie con difficoltà economiche è semplicemente fornire abbastanza cibo al bambino affinché non abbia fame, e farlo felice fornendo gli alimenti e le bevande che gli piacciono, spesso molto calorici ma poco utili dal punto di vista nutrizionale.


In questi casi, è necessario proporre un approccio specifico che comprenda questi aspetti economici.


I valori di ogni famiglia devono essere rispettati, senza imporre i propri.

Inoltre l'eccesso di peso non è sempre necessariamente causato dalla dieta.
Non è insolito incontrare giovani che amano e consumano molto “cibo spazzatura” ma rimangono magri, mentre altri prestano attenzione alla loro dieta ma ingrassano comunque.

 

Il sovrappeso deriva da un disequilibrio dell'apporto energetico, e non necessariamente dalla scelta degli alimenti.

 

Tuttavia, durante la valutazione iniziale è importante prestare particolare attenzione agli alimenti ad alto contenuto energetico, poiché limitare il loro consumo contribuisce a una riduzione complessiva dell'apporto calorico giornaliero, ad esempio:

 

  • Alimenti grassi e/o dolci: patatine fritte, cibi fritti, salumi, biscotti...
  • Bevande zuccherate: succhi di frutta, bibite gassate, energy drink...

 

A tal proposito risulta più utile suggerire con cosa sostituire questi alimenti, cercando di incontrare anche i gusti individuali, piuttosto che vietarli.

 

In aggiunta il dietista/nutrizionista consiglierà la famiglia su come creare menù equilibrati, come fare la spesa, insegnare nuove ricette per avere più varietà ed equilibrio nella dieta.

 

Vale la pena sottolineare che nessun cibo andrebbe vietato: vietare alimenti può indurre o rafforzare il desiderio per quel determinato alimento, aumentando il rischio di perdita di controllo e consumo di maggiori quantità quando sarà disponibile, con la possibilità di generare senso di colpa e dare inizio ad un circolo vizioso.

Bevande zuccherate

 

Necessitano di un attenzione particolare poiché sono bevande caloriche che però non hanno potere saziante rispetto agli alimenti solidi.

 

Il consumo di queste bevande è spesso molto precoce nei bambini ed arrivano a consumarne grandi quantità in età scolare e adolescenza.

 

La loro riduzione diventa in molti casi uno strumento utile per ridurre l’introito calorico e tenere sotto controllo il peso.

 

Rientrano in questa categoria anche i succhi di frutta, che vengono considerati a volte equivalenti della frutta o validi sostituti delle bevande gassate, nonostante abbiano minor contenuto di nutrienti, soprattutto fibre, e anch’essi basso potere saziante.

 

Un approccio utile può essere la sostituzione graduale di queste bevande con acqua, anche aromatizzata con limone o infusi, limitando le bevande zuccherate alle occasioni speciali.

 

In adolescenti che ne consumano grandi quantità, il ricorso a bevande light può essere un passaggio temporaneo utile per ridurre il consumo di bibite gassate.

Quantità

 

In aggiunta all'analisi qualitativa, vanno valutate anche le quantità consumate:

 

  • Quanto è grande il piatto?
  • La porzione del bambino è della stessa grandezza di quella dei genitori o di altri bambini più grandi?
  • Il bambino si serve sempre un secondo piatto quando ne chiede uno?
  • Il bambino si prende da solo cibo dal frigorifero?
  • Cosa mangia il bambino tra i pasti?

 

Se le quantità consumate durante i pasti sembrano troppo grandi, si possono proporre i seguenti obiettivi:

 

  • Evitare di servire sempre porzioni supplementari, o servire 2 porzioni più piccole
  • Servire il cibo in un piatto piccolo
  • Mangiare cibi solidi piuttosto che cibi misti o morbidi

 

Il percorso dietetico dovrebbe anche concentrarsi sull'identificazione del motivo per cui il bambino consuma quantità di cibo superiori ai suoi bisogni per aiutare a modificare i fattori primari che disturbano l'equilibrio energetico.

Percezioni legate al cibo: fame, sazietà, desiderio, piacere

 

A breve termine, l'assunzione di cibo è naturalmente regolata dalle sensazioni di fame, sazietà e pienezza.

Fame e sazietà regolano la frequenza delle assunzioni di cibo (numero di pasti al giorno) e la pienezza la dimensione delle diverse assunzioni.

 

Questa regolazione naturale può essere disturbata da diversi fattori:

 

  • L'atteggiamento educativo della famiglia riguardo alla dieta, ad esempio troppa disponibilità di cibo (cibo liberamente disponibile, piatti troppo pieni, cibo premio...) o troppe restrizioni (cibi proibiti o considerati poco salutari), può causare nell'infanzia la perdita della capacità naturale di regolare l'apporto alimentare in base alle proprie necessità.
  • Abitudine a mangiare velocemente, e di fare i bis (circa 20 minuti sono necessari per percepire la sazietà).
  • Mangiare davanti alla televisione, che può aumentare l'intake del 25% a causa della mancanza di attenzione alle sensazioni e ai gusti del cibo.
  • Fattori ambientali, tra cui la preparazione del cibo, la dimensione delle porzioni, le monoporzioni e i formati tascabili degli alimenti confezionati, utilizzate nei bambini indipendentemente dall'età (3, 9 o 13 anni).
  • Fattori psicoaffettivi, come stati d'ansia o stress che possono essere alleviati mangiando.

 

Tutti questi fattori devono essere presi in considerazione per aiutare i giovani a re-imparare le sensazioni legate al cibo (fame, sazietà, pienezza) e al gusto. Aiutarli a comprendere i loro comportamenti alimentari può essere una priorità nel trattamento dell'obesità.

Abitudini nei consumi di cibo

Pasti

 

I pasti sono momenti dedicati al mangiare, distribuiti durante la giornata in base alle usanza delle varie società. In Europa si usa fare 3 pasti al giorno, più una o due merende.


L’importanza che viene data ad ogni pasto varia da un paese all’altro.

 

Fare i pasti ad intervalli regolari aiuta il bambino a consolidare le fisiologiche sensazioni legate al cibo (fame, sazietà e pienezza).

 

Si è visto inoltre che esiste una relazione tra sovrappeso ed abitudine ai pasti, dove saltarli può contribuire a sviluppare sovrappeso.

 

In particolare sembrerebbe che le persone che fanno regolarmente colazione hanno maggiore capacità di controllare il consumo di cibo durante la giornata.

 

Le condizioni in cui i pasti vengono fatti sono anche importanti, i seguenti aspetti contribuiscono nel condizionare il rapporto del bambino con il cibo:

 

  • Dove vengono fatti i pasti
  • Quanto durano
  • La presenza o meno della tv
  • L’atmosfera (serenità, tensione o contrasto)
  • Aspettare che tutti vengano serviti prima di iniziare a mangiare
  • Aspettare che tutti abbiano finito prima di lasciare il tavolo

 

I bambini imparano copiando i genitori ed è responsabilità dell’adulto di decidere il menù, preparare il cibo e stabilire l’impostazione dei pasti giornalieri.

 

Snacking – mangiare frequentemente tra i pasti

 

Lo snacking consiste nel mangiare piccoli bocconi di cibo, spesso ma senza appetito, accade di solito tra i pasti.

 

Questi frequenti piccoli spuntini non vengono percepiti dalla persona come mangiare effettivo, perché sono un comportamento spesso meccanico e non di risposta alla sensazione di fame, possono accompagnare attività quotidiane come leggere, guardare tv, camminare, ecc.

 

Per questo motivo se non vengono considerati all’interno dell’introito giornaliero di cibo come gli altri pasti, risultano in un aumento dell’assunzione energetica provocando l’aumento di peso, soprattutto se gli snack sono composti da alimenti con alta densità energetica.

 

I fattori scatenanti possono essere:

 

  • Fisiologici (fame o morsi della fame, correlati o meno a pasti saltati)
  • Edonici (ricerca del piacere, golosità)
  • Emotivi (noia, ricerca di conforto)
  • Sociali (convivialità)
  • Ambientali (facile reperibilità, pubblicità)

 

Gli spuntini possono rapidamente sfuggire al controllo e diventare un comportamento compulsivo o addirittura bulimia, con gravi ripercussioni su peso e autostima.

Mangiare di nascosto

 

Mangiare di nascosto può iniziare molto presto (dai 5 ai 6 anni), questo tipo di comportamento può iniziare quando il controllo dei genitori è troppo severo, imponendo troppi limiti, anche se l'obiettivo in buona fede è di tenere sotto controllo il peso del bambino, o quando le regole sono diverse per gli altri bambini della famiglia (che possono servirsi liberamente dei cibi desiderati).

 

Il desiderio per gli alimenti proibiti può portare il bambino/ragazzo a infrangere le regole quando i genitori sono assenti, anche durante la notte e per evitare di essere colti in flagrante, vengono mangiati velocemente, accompagnati da sensi di colpa.

 

Quando lo snacking viene individuato durante il percorso dietetico, i genitori con l’aiuto del dietista dovrebbero evitare di consigliare semplicemente di limitare o interrompere del tutto gli spuntini. Questo serve solo a rafforzare i sensi di colpa che il bambino proverà di nuovo quando questa istruzione non verrà obbedita.

 

L’ideale sarebbe creare un contesto di discussione, il più possibile sereno, per capire le ragioni di questo comportamento e poter aiutare il bambino in modo pratico senza ulteriori istruzioni su cosa non fare.

 

Comprendere le circostanze in cui il cibo viene consumato può aiutare a trovare delle soluzioni:

 

  • Se gli spuntini si verificano dopo un pasto saltato o troppo leggero, una soluzione adatta potrebbe essere riorganizzare l'orario e la composizione dei pasti.
  • Se la tentazione è troppo forte di fronte a un’eccessiva disponibilità di cibo, allora la famiglia dovrebbe rivedere la quantità e la tipologia di alimenti acquistati.

 

Se il motivo è la noia, allora trovare attività alternative per contrastare la noia potrebbe essere utile.

Diete

 

Le diete ipocaloriche di qualsiasi tipo sono inefficaci a lungo termine perché portano a riprendere peso vanificando i risultati ottenuti. Mettersi a dieta a 16 anni aumenta significativamente il rischio di essere obesi a 30 anni di età.

 

Negli adulti, l'80% dei soggetti ritorna al peso originario un anno dopo la fine di una dieta e questo stesso fenomeno si osserva negli adolescenti.

 

Restrizioni troppo marcate dell'assunzione di energia durante l'infanzia e la pubertà portano a un rallentamento della crescita e dello sviluppo, legati a carenze nutrizionali.

 

Come negli adulti, le ripercussioni psicologiche sono frequenti, in particolare la depressione e la perdita di autostima legate ai fallimenti, che può portare a comportamenti alimentari compulsivi o bulimia.

 

Ogni dieta è un insieme di regole vincolanti che non rispettano né la natura della persona, né i suoi gusti e ritmi:

 

  • Vincoli in termini di tempi e quantità non rispettano la naturale sensazione di fame, o la scelta degli alimenti, portando la persona a dieta a mangiare cibi che non gradisce particolarmente per sentirsi sazio (verdure invece di pasta, una mela invece di un pezzo di cioccolato).
  • Eliminare gli alimenti preferiti, perché si ritiene che contribuiscano all'aumento di peso, che siano cibi grassi (patatine, formaggio, salatini) o dolci (biscotti, cioccolato, caramelle, bibite), o anche pasti (totali o parziali, come mangiare solo secondo e contorno senza carboidrati).

 

Questo modo di mangiare è molto lontano dalle abitudini personali e non può essere mantenuto a lungo termine, soprattutto per un giovane che è l'unico a dover seguire la dieta in casa, ed è costantemente esposto tentazioni.

 

Diete fortemente ipocaloriche sono indicate in situazioni eccezionali, come la necessità di perdere peso rapidamente in vista di un intervento chirurgico.

 

D’altro canto molti giovani sono tentati di “mettersi a dieta” o sono convinti di dover perdere peso, incoraggiati dai media, le ragazze sensibilmente più esposte dei maschi a questo tipo di messaggi, esponendoli al rischio di peggiorare il rapporto con il cibo e con il proprio corpo, aprendo la strada a disturbi del comportamento alimentare.

Messaggio da portare a casa

 

  • Il percorso dietetico dovrebbe coinvolgere il bambino (secondo l'età), l'adolescente e la famiglia in un processo progressivo che consente alle famiglie di trovare soluzioni in autonomia e definire obiettivi concordati con il dietista/pediatra/nutrizionista.
  • Ogni bambino/adolescente è unico ed ha le proprie abitudini alimentari.
  • Non si deve cercare di cambiare tutto in una volta, i cambiamenti devono essere graduali.
  • Le diete restrittive al di sotto del fabbisogno energetico sono pericolose.
  • Nessun alimento dovrebbe essere proibito, ma gli alimenti ad alta densità energetica devono essere ridotti.
  • Le calorie liquide (bevande zuccherate) ed i grassi/zuccheri nascosti devono essere identificati e limitati.

Fonte: Nègre V (2015). Dietary Approach. In M.L. Frelut (Ed.), The ECOG’s eBook on Child and Adolescent Obesity. Retrieved from ebook.ecog-obesity.eu


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